La pianta
E’ un albero secolare (Olea europaea), che cresce nelle zone pianeggianti e collinari dell’Italia meridionale e gradisce il clima mediterraneo, caratterizzato da inverni miti ed estati calde e siccitose.
Fino ai dieci anni di età, il tronco dell’ulivo è liscio, di forma cilindrica e di colore grigio-verde; poi si trasforma nel corso del tempo, diventa nodoso, contorto, di colore scuro, deformato da frequenti costolature e profondi solchi, che lo portano inesorabilmente fino alla cavità.
Si tratta di una pianta dal lentissimo sviluppo, durissima, compatta al punto che non si riesce neanche a stabilirne l’età per mezzo dei consueti anelli di accrescimento e che con il passare del tempo “si arricchisce” di difetti, raggiungendo notevoli dimensioni in altezza e larghezza a discapito della qualità del suo legno, con conseguenza diretta di una offerta avara di fusti integri e diritti idonei alla produzione di tavole. Con tali premesse, verrebbe spontaneo pensare al legno d’ulivo come ad una essenza lontana anni luce dagli standard commerciali degli altri legni; e così sarebbe, se non intervenisse la mano dell’esperto, dell’amante dell’ulivo che, con un trattamento “paterno” ed un’attenzione quasi maniacale, riesce a raggiungere un risultato, in termini di qualità, che solo una clientela esigente e competente riesce a comprendere ed apprezzare.
Il taglio
Prima delicatissima fase del processo sopra descritto risulta già essere quella della scelta del tronco giusto: dopo un attento studio della struttura, dalle rastremazioni alle biforcazioni, volto all’individuazione delle linee ottimali di taglio, e dopo un’accurata selezione delle parti maggiormente venate, solo il 30% delle piante prese in considerazione risulta ideale per la trasformazione definitiva in tavole.
Il taglio del tronco con le moderne attrezzature risulta poi abbastanza agevole; inoltre, grazie alla finissima tessitura del suo legno, si possono ricavare spessori perfino di pochi millimetri.
La stagionatura
Quella della stagionatura rimane senza dubbio un’operazione molto complessa, forse quella cruciale. Dato l’elevatissimo grado di permeabilità (capacità di rilasciare l’umidità) del legno d’ulivo, è indispensabile una lentissima stagionatura.
Essendo inimmaginabile ricorrere all’essiccazione artificiale -numerosi quanto inutili sono risultati i tentativi e le sperimentazioni in tal senso operati da qualificate aziende del settore-, la stagionatura deve avvenire solo naturalmente, ed essere attuata prima mediante listellatura al riparo dalle intemperie (vento o sole cocente soprattutto), poi con un periodico e paziente lavoro di riaccatastamento in locali molto arieggiati.
Una fase pertanto delicatissima, che, a seconda dello spessore delle tavole, può durare da un minimo di 2 anni ad un massimo di 15, durante i quali il forte ritiro trasversale può generare, insieme alle frequenti spaccature, anche vistose svirgolature e fessurazioni che ne tormentano le superfici e ne riducono sensibilmente il valore.
Trascorso questo lungo periodo di tempo, si compie una drastica scrematura, eliminando le tavole peggiori e lasciando quelle con “meno difetti”. Si sottolinea quest’ultimo aspetto, per il fatto che risulta molto complicato trovare pezzi completamente integri.
Solo a questo punto si immette sul mercato il prodotto, e solo con le precauzioni, gli accorgimenti, la pazienza certosina e le cure sopra descritte si può essere certi di consegnare alle mani sapienti di chi voglia cimentarsi alla sua lavorazione un legno prezioso e dalle doti eccezionali, tenace per le sue qualità, inconfondibile per la sua eleganza, unico per le sue fattezze.
Caratteristiche tecniche
Colore: durame di colore giallo bruno con striature più chiare e variegato con striature più scure.
Tessitura: finissima
Durezza Brinell: notevole (5,5 kg/mmq) rende possibile la lucidatura a specchio
Fibratura: tormentata ed irregolare
Ritiro: elevato con il legno fresco
Densità: legno fresco 1.100 Kg/mc stagionato al 10% di umidità 900 Kg/mc
Durabilità: notevole
Lavorabilità: buona
Permeabilità: il fattore deassorbimento-assorbimento è una delle più importanti caratteristiche di questo legno allo stato naturale e, in misura maggiore, allo stato di manufatto. La sua struttura istologica è molto compatta e consistente, tanto da rendere difficile la sua permeabilità nel cedere e, ancor più, nel riassorbire l'umidità esterna. Ci troviamo di fronte quindi ad un legno molto stabile.